Ecommerce: l’opportunità per risollevare l’impresa italiana?

25 Febbraio 2015

ecommerce-piano-d

Sarà l’ecommerce il nuovo motore di sviluppo per il paese? Questo il tema centrale affrontato durante il convegno organizzato dall’Intergruppo per l’innovazione presso la Sala Aldo Moro di Montecitorio, che ha ospitato il presidente di Netcomm, Roberto Liscia.

L’argomento è stato trattato da cinque punti di vista diversi: il contesto internazionale, rischi e opportunutà, evoluzione dell’ecommerce in Italia, le eccellenze, il ruolo degli operatori e quello delle istituzioni.

Si tratta del primo evento del 2015 pensato dall’Intergruppo, rappresentato al convegno da Antonio Palmieri, nato dall’occasione della presentazione di un dettagliato libro bianco sul commercio elettronico (disponibile in ebook) che contiene analisi e consigli anche normativi su questo importante ma ancora poco sviluppato settore: solamente il 4% delle imprese italiane ha uno shop online attivo.

Un dato sconfortante se pensiamo come l’e-commerce sia sempre di più un’abitudine d’acquisto consolidata per gli italiani: come raccontano i numeri del Politecnico di Milano, i clienti digitali sono passati da 9 a 16 milioni, mentre il fatturato dell’ecommerce in Italia è stato di 13, 3 miliardi di euro. Inoltre, il commercio elettronico è una tipologia d’acquisto sempre più mobile: le vendite via smartphone sono aumentate del 100% nel 2014 superando gli 1,2 miliardi di euro, pari al 9% del settore. Aggiungendo gli acquisti via tablet, l’incidenza delle vendite da dispositivi mobili raggiunge il 20% del totale.

Durante il convegno si è discusso anche dei problemi e dei freni che impediscono il pieno sviluppo del commercio elettronico nel nostro paese. Per sfruttare l’opportunità del potenziale Made in Italy è necessario semplificare le norme fiscali, legislative e in tema di pagamenti elettronici, come segnalato nel documento presentato non a caso alla Camera dei deputati.

Lo scenario internazionale

Si è parlato molto del contesto internazionale e i grandi nomi (Google, Ebay, Amazon) con cui le imprese italiane devono confrontarsi se vogliono intraprendere la strada del commercio online.

Sull’argomento si sono confrontati Martin Angioni, presidente di Amazon Italia, Paolo Penati, CFO di QVC Italia, Claudio Raimondi, country manager di eBay Italia e Fabio Vaccarono, anche lui manager di Google in Italia.

Ciao su cui tutti concordano è come l’attenzione al commercio elettronico possa diventare lo strumento di ripresa anche per le imprese italiane di dimensioni più piccole.

Come agevolare lo sviluppo dell’e-commerce in Italia

Il convegno è stato soprattutto l’occasione per stilare una serie di proposte, circostanziate, su come promuovere l’ecommerce italiano.

Impossibile elencarle tutte, tra le più interessanti:

  • Lavorare all’EU VAT estendendo il sistema MOSS per correggere le discrepanze tra ecommerce diretto e indiretto;
  • Semplificare e armonizzare il sistema europeo IVA-accise;
  • Uniformare le discipline italiane sugli operatori economici e sulle compilazioni (Intrastat, fatturazione);
  • Rivedere le norme sui pagamenti elettronici cercando metodologie multiple.

Per maggiori informazioni:

www.webnews.it

www.wired.it