L’ecommerce farà sparire i negozi?

24 Febbraio 2017

Secondo uno studio inglese un terzo dei lavoratori del retail sparirà entro il 2025. La strada per le catene di negozi però è sviluppare di più il proprio e-commerce e farlo convivere con i punti vendita.

Un’analisi di Fabrizio Patti su Linkiesta intitolata Morire di Amazon: così l’e-commerce farà sparire i negozi fotografa alla perfezione la situazione del settore manifatturiero in USA e in Italia. Vediamo assieme i punti principali dell’articolo.

eCommerce vs negozio tradizionali

La situazione in USA

Sono di qualche giorno fa le parole dell’ex presidente Usa Barack Obama: «L’innovazione è inarrestabile e sta accelerando. Avete visto cos’è successo ai negozi, alle vendite dello scorso Natale. Amazon e le vendite online stanno uccidendo il retail tradizionale, e quello che è vero lì, sta per diventare vero attraverso tutta la nostra economia».

Gli scorsi mesi sono stati un annuncio dopo l’altro di chiusure o forti ridimensionamenti. Ad esempio Macy’s sta chiudendo 68 negozi e tagliando 10mila lavoratori. Altre catene in forte difficoltà sono American Eagle, Chicos, Finish Line, Men’s Wearhouse e The Children’s Place.

Secondo il British Retail Consortium, la federazione dei negozianti britannici: entro il 2025 un terzo dei lavoratori del settore perderà il lavoro. Un settore in forte crisi soprattutto per le piccole imprese del commercio e le aree più povere.

La colpa di quello che Patti ci indica come “svuotamento del lavoro nella distribuzione, grande e piccola”, è tutta dell’e-commerce in generale e soprattutto Amazon.

Non si può parlare di una vera e propria crisi: negli Stati Uniti i consumi crescono ma quelli online al ritmo doppio. Secondo le statistiche della National Retail Federation americana, il numero di shopper online durante il ponte del Black Friday ha superato di 10 milioni quelli fisici.

La situazione in Italia

Secondo uno studio di Confcommercio, su base Istat. Dal 2007 al 2016 gli occupati nel commercio sono scesi del 7%, mentre nel totale dell‘economia scendevano del 5,5% (nella ristorazione sono invece saliti del 5%). Forte crisi per i lavoratori autonomi, i più fortunati sono stati assunti nelle grandi catene: il macellaio con il negozietto si è fatto assumere al banco del supermercato.

Anche la grande distribuzione soffre: durante gli ultimi tre mesi Carrefour ha licenziato 600 persone, Unicoop Tirreno manifesta una forte difficoltà e Mercatone Uno viene messa all’asta.

La soluzione è la multicanalità

L’unico modo per “non morire di Amazon” è fare i conti con la realtà. Secondo Mariano Bella, direttore dell’ufficio studi di Confcommercio, una strada è quella di aumentare l’apprezzamento per il servizio dei commessi, che dovranno per questo essere maggiormente formati. Una seconda è quello di un vero patto con l’e-commerce. “Come in tutti i casi del passato, penso che ci saranno effetti negativi nel breve periodo e positivi nel lungo. Non dobbiamo temere la tecnologia. Stiamo lavorando per far capire agli associati di non fare battaglie di retroguardia. La strada da seguire è quella della multicanalità: le imprese potranno avere uno showroom e poi vendere online. È un messaggio che sta passando, abbiamo già fatto un accordo con Amazon per fare aprire le vetrine dei negozi fisici sul sito”.

Secondo uno studio di Bnp Paribas e The Boston Consulting Group per Altagamma, focalizzata su sei grandi marchi di alta moda, la media di incremento del network dei negozi a livello mondiale è scesa dall’8 e 9% degli anni precedenti al 2% del 2016. La dinamica è stata ancora più in frenata nel caso della Cina, dove hanno ridotto la rete marchi come Celine, Prada, Bottega Veneta, Louis Vuitton e Zegna e dove solo due marchi, Gucci e Versace, sono stati in forte espansione, più di dieci nuovi negozi. Questo non significa che il negozio monomarca sia meno centrale ma è diventato una vetrina dove far vedere e toccare i vestiti e dove dare consigli. Le vendite potranno avvenire in negozio o online.

Inoltre un dato positivo c’è: chi compra sia online che nel canale fisico spende il 40% in più di chi compra solo nel canale fisico.

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