E-commerce e Food, l’Italia entra in una nuova era

27 Marzo 2020

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Con l’emergenza coronavirus l’utilizzo della spesa online è “esploso” anche qui. E dopo la pandemia niente sarà più come prima. L’analisi di ReStore

Che l’emergenza coronavirus stia cambiando radicalmente le abitudini di acquisto degli italiani, indirizzandoli sempre più verso l’e-commerce, è un fatto ormai percepibile anche nel quotidiano di ciascuno di noi. Ma i player del settore aggiungono alcuni elementi per comprendere meglio la trasformazione in atto. A partire dal fatto che anche in condizioni di pressione massima, da tempo di guerra, il sistema di acquisti online e consegne a domicilio sta funzionando. Inoltre, anche una volta che l’emergenza sarà passata niente sarà più come prima. E anche nell’ambito del grocery, l’e-commerce diventerà un’opzione molto più stabile e pervasiva nelle abitudini dei consumatori.

Nelle ultime tre settimane, caratterizzate da file ai supermercati e carrelli strapieni, i dati Nielsen hanno fotografato l’esplosione del ricorso al canale online. Nella settimana dal 24 febbraio al primo marzo, il trend è stato del +81% su base annua, in aumento di circa 30 punti percentuali rispetto alla settimana precedente. Dal 2 all’8 marzo è stato registrato un altro +82,3%, mentre dal 9 al 15 marzo (dopo ulteriori restrizioni alla mobilità dei cittadini) si è arrivati ad un +97,2%. Per fare un confronto, basti pensare che nel 2018 il mercato alimentare in Italia rappresentava appena il 5% sul totale di acquisti online, utilizzato per l’1% rispetto ai sistemi tradizionali.

E-COMMERCE: COSA CAMBIA CON IL CORONAVIRUS

Dal suo osservatorio privilegiato Barbara Labate, Ceo di ReStore (azienda leader nell’e-commerce per la Gdo, la cui piattaforma e servizi di digital marketing servono circa il 30% del grocery online), si dice convinta che “l’e-commerce stia funzionando a pieno regime, anche se in questo periodo particolare sconta il fatto di essere stato concepito per un traffico più ‘normale’”. Ciò non toglie che, ad esempio, anche “molte catene distributive medio piccole del Sud, caratterizzate da notevole capacità e flessibilità, abbiano investito durante l’emergenza e stiano quindi riuscendo ad offrire un servizio di alto livello. E a consegnare la spesa a casa a quanti la richiedono” il che, in questi giorni di emergenza non è poco.

L’emergenza da coronavirus, in sostanza, ha accelerato “con un aumento nell’ordine di 100 volte” una tendenza già in atto, che vede l’e-commerce passare “da comodità a necessità”, anche in Italia. Al punto che ormai “il problema – chiosa Barbara Labate – non è più di domanda, ma di offerta”.

GROCERY ONLINE, GLI ARTICOLI PIÙ RICHIESTI
Sulla piattaforma ReStore, le impression mensili sfiorano in media i 44,5 milioni, con un profilo utente al 60% femminile, in maggioranza (56%) tra i 25 e i 45 anni per uno scontrino medio di 85 euro. Al momento, le referenze più ricercate sono le stesse che hanno registrato il boom di vendite nel canale fisico con l’emergenza coronavirus: farina, acqua e, in subordine, cioccolato e dolci, oltre ovviamente a detergenti e disinfettanti tra i quali l’amuchina regna incontrastata.

Nel periodo 24 febbraio – 24 marzo, i termini più ricercati sulla piattaforma sono stati bio, acqua, uova, latte, farina, ma anche patate, lievito, e carta igienica. Il primo brand, al 63esimo posto nella classifica dei termini più cercati, è la Nutella.

Fonte: www.foodweb.it